Duomo di Milano: architettura

Il Duomo di Milano, ufficialmente Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria, è la cattedrale dell’arcidiocesi di Milano e monumento nazionale italiano. Simbolo del capoluogo lombardo, e situato nell’omonima piazza al centro della metropoli, è dedicata a santa Maria Nascente. È la chiesa più grande d’Italia (la più grande della Repubblica Italiana, dato che la basilica di San Pietro, più grande, è infatti nel territorio della Città del Vaticano; è la seconda più grande considerando tutta la penisola italiana), la terza nel mondo per superficie, la sesta per volume. È sede della parrocchia di Santa Tecla nel duomo di Milano.

Lo Stile

Lo stile del Duomo, essendo frutto di lavori secolari, non risponde a un preciso movimento, ma segue piuttosto un’idea di “gotico” mastodontico e fantasmagorico via via reinterpretato. Nonostante ciò, e nonostante le contraddizioni stilistiche nell’architettura, il Duomo si presenta come un organismo unitario. La gigantesca macchina di pietra infatti affascina e attrae l’immaginazione popolare, in virtù anche della sua ambiguità, fatta di ripensamenti, di discontinuità e, talvolta, di ripieghi. Anche il concetto di “autenticità” gotica, quando si pensa a come in realtà gran parte delle strutture visibili risalga al periodo neogotico, per non parlare delle frequenti sostituzioni, è in realtà una storpiatura della stessa essenza del monumento, che va visto invece come un organismo architettonico sempre in continua e necessaria ricostruzione.

Il duomo ha una pianta a croce latina, con piedicroce a cinque navate e transetto a tre, con un profondo presbiterio circondato da deambulatorio con abside poligonale. All’incrocio dei bracci si alza, come di consueto, il tiburio. L’insieme ha un notevole slancio verticale, caratteristica più transalpina che italiana, ma questo viene in parte attenuato dalla dilatazione in orizzontale dello spazio e dalla scarsa differenza di altezza tra le navate, tipico del gotico lombardo.

La Struttura

La struttura portante è composta dai pilastri e dai muri perimetrali rinforzati da contrafforti all’altezza degli stessi piloni. Questa è una caratteristica che differenzia il duomo milanese dalle cattedrali transalpine, limitando, rispetto al gotico tradizionale, l’apertura dei finestroni (lunghi e stretti) e dando all’insieme (a eccezione dell’abside) una forma prevalentemente “chiusa”, dove la parete è innanzitutto un elemento di forte demarcazione, sottolineata anche dall’alto zoccolo di tradizione lombarda. Viene così a mancare lo slancio libero verso l’alto. Ciò è evidente anche se si considera che guglie e pinnacoli non hanno funzione portante, infatti vennero sporadicamente aggiunti nel corso dei secoli, fino al completamento del coronamento nel XIX secolo.

I contrafforti hanno forma di triangoli e servono per contenere le spinte laterali degli archi. Il basamento è in muratura, come pure le parti interne delle pareti e degli altri elementi, mentre nei pilastri è stata usata un’anima di serizzo; anche le vele delle volte sono in mattoni. Il paramento a vista, che ha anche un ruolo portante, non solo di rivestimento, è invece in marmo di Candoglia bianco rosato con venature grigie: la cava, fin dall’epoca di Gian Galeazzo Visconti, è ancora di proprietà della Fabbrica del Duomo.

L’Esterno

Le pareti esterne sono animate da una fitta massa di semipilastri polistili che sono coronati in alto, al di sotto delle terrazze, da un ricamo di archi polilobati sormontati da cuspidi. Le finestre ad arco acuto sono piuttosto strette, poiché come si è detto le pareti hanno funzione portante.

La copertura a terrazze (pure in marmo) è un unicum nell’architettura gotica, ed è sorretta da un doppio ordine incrociato di volte minori. In corrispondenza dei pilastri si leva una “foresta” di pinnacoli, collegati tra di loro da archi rampanti. In questo caso i pinnacoli non hanno funzione strutturale, infatti risalgono quasi tutti alla prima metà del XIX secolo. Nei disegni antichi e nel grande modello del 1519 di Bernardo Zenale (Grande Museo del Duomo di Milano) si vede una cresta centrale che doveva evidenziare ancora maggiormente la forma triangolare, sia lungo la navata che il transetto, raccordandosi al tiburio, e che venne esclusa dal progetto nel 1836.

La Costruzione

La parte completata per prima è quella absidale, traforata da grandi finestroni, dove compare lo stemma di Gian Galeazzo Visconti. Le statue, i contrafforti, i doccioni e le guglie risalgono in genere dall’epoca del suo successore, Filippo Maria Visconti, fino al XIX secolo. La quattrocentesca guglia Carelli fu la prima a essere costruita.

A partire dall’abside, che è del XIV secolo, i fianchi via via sono posteriori avvicinandosi alla facciata, fino al XVII secolo. I contrafforti esterni sono coronati da guglie e legati al basamento da più fasce orizzontali. In alto si trova una cornice ad archetti polilobi su peducci con figure antropomorfe e zoomorfe. Tra i contrafforti, in alto, si trovano le finestre che illuminano le navate.

L’abside è poligonale e inquadrata dai corpi delle due sagrestie, che sono coronate dalla guglie più antiche. Illuminano l’abside tre enormi finestroni con nervature in marmo che disegnano, nell’ogiva, i rosoni (di Filippo degli Organi, inizio del XV secolo). Il finestrone centrale, con la manta dei Visconti, è dedicato all’Incarnazione di Cristo.

Fonte: wikipedia

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